Antonio Terracciano
- 13/04/2018 16:22:00
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Il treno è un potente simbolo poetico (sarà per questo, forse, che alcuni poeti - tra i quali io sicuramente - sono innamorati dei treni fin da bambini? ) , che ben si presta a rappresentare la vita. Come sostiene la poetessa, in questa sua gradevole operetta filosofica, non possiamo scendere dal treno (se non quando il macchinista, il controllore, o il capostazione lo deciderà) , e inoltre, aggiungo io, non possiamo neppure cambiare scompartimento, perché abbiamo un posto prenotato, ci piaccia o no la compagnia che siamo costretti a subire...
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Alberto Becca
- 13/04/2018 15:22:00
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la vita, in fondo, è un viaggio (ad occhi aperti e/o chiusi) verso mete (intermedie e finali) sconosciute; molto coinvolgente questa lirica, che è al tempo stesso un film e un idea, un sentimento e una sensazione. Molto apprezzabile il ritmo, l incalzare delle parole, il tutto pervaso da una discreta "suspance" che la rende originale e assai "teatrale"
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